venerdì 30 dicembre 2011

BENE....TUTTO è PRONTO!!!!

iL CAVIALE C'è....IL SALMONE PURE....QUALCOSA DI LEGGERMENTE ALCOLICO ANCHE....POTRESTE PORTERE LE BOLLICINE VOI...COSì PER FARE IL BOTTO!!!!
iL 31 DICEMBRE è UN GIORNO IMPORTANTE...NON VA SOTTOVALUTATO, COSì COME L'INTIMO ROSSO....E COME SI DICE : CHI bRINDA E MUOVE IL BACINO A FINE D'ANNO, LO FA TUTTO L'ANNO :o).
VI ASPETTIAMO ALLE 11.30 ...IO E LAURETTA PER PARLARVI DI QUESTO


GOLOSONI CARTA PENNE ED ORECCHIE BEN APERTE...SINTONIZZATI SU RADIO PUNTO ZERO....TUTTI  SENZA NESSUNO ESCLUSO.
 
BUON ANNO!!!!!

venerdì 23 dicembre 2011

Mustaccioli di Erminia


La ricetta di oggi è una ricetta di famiglia della mia carissima amica Erminia di Atripalda. E news dell’ultima ora, con Erminia abbiamo aperto un nuovo blog di cucina che si chiama “In cucina con gusto. La rossa e La Mora” io sono la rossa e Erminia è la mora.
I Mustaccioli, sono dei tipici dolci della tradizione napoletana. Si tratta di una sorta di biscotti con una particolare forma a rombo, ricoperti da una glassa al cioccolato. Questi dolci, dall’impasto scuro, dal sapore ricco, molto dolce e intenso di cioccolato, cannella e miele, rappresentano davvero un prodotto tradizionale molto ma molto importante della tradizione natalizia napoletana.Il loro nome deriva dall'abitudine antica contadina di aggiungere nell'impasto del mosto, per conferire a questi biscotti un sapore più dolce e deciso, essendo poi i mostaccioli dei dolci molto diffusi in varie regioni d'Italia, sono numerose le varianti dialettali.

Mustaccioli di Erminia


Ingredienti
1 kg di farina per dolci
250 g di acqua
un cucchiaino  da caffè di cannella (Tec-Al)
uno cucchiano di chiodi di garofano tritati
1 cucchiaino di lievito per dolci
2 uova
100 g di zucchero
un cucchiaio da tavola di cacao amaro
100g di miele
500 g di cioccolato fondente per la copertura

Preparazione
Impastate tutti gli ingredienti magari aiutandovi con una planetaria. Lascia riposare in frigorifero per 30 minuti. Preriscaldare il forno a 180°. Stendete l’impasto e tagliate a losanghe non troppo sottili, disporle su una palcca ricoperta di carta forno e infornare a 180° per massimo 7 minuti. Una volta cotti, lasciateli raffreddare su una griglia. Quando saranno ben freddi, tuffarli nel cioccolato amaro fuso, recuperarli delicatamente e lsciarli asciugare sempre su una gratella per dolci. Sono ottimi dopo qualche giorno, perchè il miele li ammorbidisce.

Abbinamento: rimaniamo nel territorio con un Moscato di Baselice. Questo moscato è un piccolo grande gioiello del panorama enologico nazionale. Un vitigno autoctono purtroppo in via d’estinzione. Si presenta con un bellissimo colore giallo ora intenso. Al naso è importante, con i sentori aromatici tipici del moscato: miele, confetture, frutta secca e candita, speziature dolci. In bocca è dolce ma non stucchevole retto da un’ottima spalla acida che gli conferisce freschezza, equilibrio e armonicità. Di lunga persistenza.

 Le ricette potete trovarle anche qui:


Geometria natalizia

Vi ricordate che oggi è la puntata prima di Natale? E noi oggi  parleremo di figure geometriche. Cerchi? Naaaaaa! Quadrati???? Naaaaaa? Rettangoli??? Naaaaaa???? Triangoli? Naaaaa!!!!
Oggi parleremo di rombi, rombini e rombetti golosissimi e decisamente natalizi!!! Ascoltare per credere!



Radio Punto Zero.
Carta, penna e ...buon appetito e... tantissimi auguri a tutti i golosoni per uno splendido Natale!!!

venerdì 16 dicembre 2011

Stuzzichini al Parmigiano

 Servizio Easy Life Design, Tovaglia InThema

Oggi parliamo di stuzzichini al parmigiano che altro non sono che grissini fatti in casa e aromatizzati con parmigiano e rosmarino. Il grissino nasce intorno al 1679 sulle tavole dei nobili sabaudi e per l’esattezza quando il fornaio di corte tale Brunero Antonio inventò questo alimento per poter nutrire il futuro Vittorio Amedeo II, incapace di digerire la mollica del pane. Il successo dei grissini fu particolarmente rapido, sia per la maggiore digeribilità rispetto al pane comune, sia per la possibilità di essere conservato anche per diverse settimane senza alcun deterioramento. Il nome grissino deriva da gheressa, il classico pane piemontese, di forma allungata.
I grissini presentati oggi sono sono un'ottima idea come segnaposto della tavola delle feste, annodati con un bel nastrino rosso in piccoli mazzetti di 4/5 grissini  e disposti sul piatto di ogni commensale, accanto a un cartoncino con il nome. Sono grissini tirati a mano pertanto di forma diversa l’uno dall’altro con parti più spesse più morbide e parti più sottili più croccanti.

Stuzzichini al Parmigiano
dalla rivista “Sale & Pepe” Ottobre 2010

Ingredienti
4 g di lievito di birra sciolto in 2 cucchiai d’acqua tiepida
300 g farina 00
1 cucchiaino di sale
60 g parmigiano grattugiato
2 cucchiaini di rosmarino tritato (Tec-Al)
4 cucchiai d’olio extravergine d’oliva

Preparazione
Mescolate in una terrina la farina con il sale, il parmigiano e il rosmarino. Aggiungete il lievito, l’olio, impastate e poi lasciate riposare a temperatura ambiente per 45 minuti. Prelevate una noce di pasta, formate un grissino lungo 20 cm e del diametro di un cm e appoggiatelo sulla placca del forno ricoperta di carta oleata. Fate lo stesso con il resto della pasta e mettete in forno caldo a 180° per circa 20 minuti, poi abbassate la temperatura a 150°  e continuate la cottura per altri 10 minuti.

Abbinamento: un buon Prosecco della Valdobbiadene per aprire la tavola delle feste è quello che ci vuole! Di colore giallo paglierino con un perlage fine e persistente. Al naso presenta il suo caratteristico sentore di pera matura e poi sentori floreali e di frutta a polpa gialla. In bocca riemergono le sensazioni fruttate e floreali, una sensazione di vellutata cremosità, grande eleganza, freschezza e di vivacità data dalla presenza delle bollicine.

Le ricette potete trovarele anche qui:
sul blog L'Antro dell'Alchimista 

stuzzicando l'appetito.

....resistere è difficile...lo troviamo spesso sul tagliere...a forma di scaglie o a quadrotti pronti per essere grattugiati....: qualcuno di voi riesce a resistere alla tentazione di rubarne un pò????

Forse resistere è davvero difficile, ma c'è chi ne lascia qualche pezzetto per creare questi cosini qui:





da queste parti sono le 9 del mattino e vi posso assicurare che un paio (ma famo pure 3 ) ne mangerei volentieri :O).
Per conoscere i dettagli io e Laura vi aspettiamo alle 11.30  su Radio Punto Zero.
Carta, penna e ...buon appetito golosoni



Terry

venerdì 2 dicembre 2011

Spezzatino al Fumo



Semplice, saporito, facile da preparare ed economico lo spezzatino è uno dei piatti di carne che una volta messo sul fuoco, richiede poco lavoro da parte di chi lo prepara. Con lo spezzatino non bisogna avere fretta, deve cuocere piano, piano e a lungo. Avrete così della carne tenerissima che si scioglie in bocca. I tagli di carne per la preparazione dello spezzatino sono diversi, devono comunque essere tagli meno nobili e ricchi di fibre connetivali che si inteneriscono durante la lunga cottura dando morbidezza alla carne. Sbagliato invece è utilizzare un tipo di carne tenera con poco grasso perché la lunga cottura la renderà particolarmente dura e legnosa. Tagli adatti allo spezzatino: la polpa di spalla, il girello di spalla, il collo, il reale del quarto anteriore e la pancia.  E’ consigliabile tagliare i pezzi in cubetti di circa 3/4 cm per lato e non pungerli mai durante la cottura per non fare perdere loro succhi che andrebbero a compromettere la tenerezza della carne. Un ultimo suggerimento: lo spezzatino andrebbe preparato in  un bel tegame di terracotta da bordi alti.

Spezzatino al Fumo

Ingredienti per 6 persone
Kg 1 di spezzatino
100 g di speck a dadini
Mezzo litro di birra dal gusto affumicato (rauchbier)
o in alternativa una birra doppio malto
2 carote
1 grossa cipolla
2 foglie di alloro
2 cucchiai di farina
Mezzo litro di brodo vegetale
Olio extravergine d'oliva
Sale
Preparazione
Mondate e affettate la cipolla e le carote. Fatele soffriggere con lo speck e l'alloro in due cucchiai di olio. Aggiungere lo spezzatino leggermente infarinato e arrostitelo per qualche minuto. Versare quindi la birra e sfumare. Poi aggiungete il brodo vegetale e fate cuocere a fuoco medio/basso per due ore, due ore e emzza.

Abbinamento: proseguiamo con la birra! Parliamo di rauchbier, birra affumicata che nasce nella birreria Schlenkerla a Bamberga in Baviera, è un birra prodotta da malti verdi affumicati su fiamma viva di legno di faggio che ne caratterizzano il prodotto. E’ una birra che si presenta di colore nero, corposa, dalla schiuma abbondante e densa, dal gusto forte, importante, deciso con sentori netti  e persistenti di affumicatura che ricordano lo speck. Se ne volete sapere si più su questa birra sappiate che a breve uscirà un mio articolo ma... per ora non posso anticiparvi nulla.

Le ricette potete trovarele anche qui:
sul blog L'Antro dell'Alchimista 

tutto fumo....

..e allora significa che siete stati bravi e avete seguito passo passo le nostre indicazioni.

Si parla di :



Non lasciatevi ingannare dall'immagine...è una cosa buonissima.
Neparliamo a Radio Punto Zero alle 11.30 con la nostra chef Laura dalle 11.30.


Belle in Pentola....altro che tutto fumo e niente arrosto  :O)



Ciao Golosoni



Terry

venerdì 25 novembre 2011

Ricciarelli

 
 Piatto Ecobioshopping Tovaglia Inthema

Un altro dolce tipico della tradizione toscana ma anche tipico dell’inverno e del Natale. Semlicissimi da farsi anche a casa. Sul mio libro "Dolci della Tradizione Toscana" ho ricostruito un po’ quella che è l’origine antica e misteriosa di questi dolci, con informazioni raccolte da diverse fonti in primis i libri del Righi Parenti.  Mi si permetta l'autocitazione: “I Ricciarelli sono un dolce tipico senese di antichissime origini. Venduti nelle spezierie medievali andavano ad arricchire le tavole dei Signori del tempo. Questi dolci nascono da un marzapane senese composto in parti uguali da miele e mandorle, in epoca più recente il miele viene sostituito dallo zucchero. Una menzione particolare viene fatta a certi “marzapani preparati secondo la moda di Siena” in occasione del matrimonio di Caterina Sforza con Gerolamo Riario (1447). Tra mito, storia e leggenda si narra che il senese Ricciardetto della Gherardesca, rientrando dalle crociate in Terra Santa, avesse portato con sé questi dolci stranieri. Erano composti di una pasta “marzapane”, a grana grossa, lavorata con un impasto di canditi e vaniglia, cotta in forno dopo averla formata a piccole losanghe e arricciata all'estremità.” Ecco perché il nome di ricciarello. Dal 28 ottobre 2011 il ricciarello di siena è diventato prodotto DOP.

Ricciarelli
di Laura De Vincentis
 
Ingredienti
80 g di albumi
275 g di zucchero semolato
250 g farina di mandorle Life
1 bustina di vanillina
Mezzo cucchiaino di lievito (o una punta di bicarbonato)
Qualche goccia di essenza di mandorla amara
Zucchero a velo

Preparazione
Amalgamare lo zucchero con la farina di mandorle, la vanillina, il lievito e qualche goccia di essenza di mandorla amara, aggiungendo a poco a poco gli albumi. Rovesciare l'impasto sul tavolo leggermente infarinato con lo zucchero a velo. Formare dei salsicciotti e poi tagliarli a tocchetti diagonalmente (piccoli rombi). Passarli in un vassoio contenente zucchero a velo e ricoprirli interamente. Rivestire una teglia con carta forno, disporre i ricciarelli ben distanziati tra loro e cuocere in forno preriscaldato a 160° per non oltre 10 minuti (devono solamente asciugare e NON biscottarsi!). Durante la cottura mettere uno spessore nella porta del forno per fare uscire il vapore. Fare riposare qualche ora prima di consumarli.

In abbinamento: quando ci troviamo a dovere abbinare una portata dolce l’abbinamento deve essere per concordanza. Consiglio di provarli con un vino santo di nosiola. La nosiola è un vitigno autoctono del trentino il cui nome fa rferimento proprio al sentore di nocciola che caratteriza il vino stesso. Di profumo intenso al palato si rivela ricco di aromi quali fichi secchi, albicocca candita, miele di acacia, noci e buccia di arancia candita.

Le ricette potete trovarele anche qui:
sul blog L'Antro dell'Alchimista 

giovedì 24 novembre 2011

Ogni Riccio


Ricciarelli 1
un capriccio. Ma se si parla di bontà culinarie... ad ogni riccio cosa si potrebbe attribuire? Nei miei appuntamenti con Laura ,riproposti al venerdi alle 11.40 su Radio Punto Zero ho imparato che in cucina prima della bravura ci vuole fantasia,perché l'inventiva salva molte tavole. domani 25 novembre ,vi aspettiamo x incontrare un'altra specialità..giuro,è facile. a domani Golosoni .

venerdì 4 novembre 2011

Polpette al Sugo con Piselli

Polpette al sugo con Piselli 2 Pentola Pomilla di Illa

Oggi parliamo di polpette! Qualche curiosità su queste golosissime "pallocchette" che da sempre riscuotono grande successo. La prima volta che in un libro di cucina appare il termine polpetta, risale al XV secolo. Trattasi del testo "Libro de Arte Coquinaria" di Maestro Martino. Nel capitolo I viene infatti descritta la preparazione di una polpetta che però parrebbe più assomigliare ad un involtino  di carne cotto allo spiedo. Si dovrà attendere l'Artusi e il suo manuale "La Scienza in cucina e l'Arte di mangiare bene" per trovare una descrizione e una ricetta delle polpette come ancora le prepariamo noi oggi. La polpetta nasce come un delizioso piatto "del riciclo" degli avanzi di carne (in particolare il lesso). Un piatto povero che nel corso degli anni si è evoluto, raffinandosi e arricchendosi di nuovi ingredienti quali il macinato fresco, salumi, formaggi, pesce, verdure, e quanto suggerisce la fantasia. L’origine del nome polpetta rimane misterioso: c'è chi lo fa  derivare da palbebra per il movimento che fa la mano per dare alla polpetta la forma tonda; chi invece, e questa parrebbe l'ipotesi più accreditata, vuole farlo derivare dalla parola polpa.

Polpette al Sugo con Piselli

Ingredienti
400 g di macinato misto
1 salsiccia sgranata
2 uova
50 g di mollica rafferma bagnata con poco latte
50 g di parmigiano grattugiato
Prezzemolo tritato
Pangrattato
300 g di passata di pomodoro
1 scalogno
200g di piselli in scatola
Vino rosso
Olio extravergine d’oliva
Sale e pepe q.b.
Zucchero

Preparazione
Impastare il macinato con la salsiccia, le uova il pane ammollato, il parmigiano, un pizzico di sale e del prezzemolo tritato. Formare le polpette e passarle nel pangrattato. In un tegame mettere qualche cucchiaiata d’olio extravergine d’oliva e fare appassire lo scalogno tagliato a velo sottilissimo, aggiungere le polpette e farle dorare. Aggiungere i piselli, sfumare con il vino rosso e fare evaporare. Infine aggiungere la passata di pomodoro, regolare di sale e pepe, una puntina di zucchero, coprire e lasciare cuocere  a fiamma medio bassa per circa 15/20 minuti. Completare con del basilico fresco.

Abbinamento: uno Sciascinoso del Sannio, un vino antico, autoctono della zona del sannio già descritto da Plinio, nonchè uno dei pochissimi vitigni sopravvisuto alla filossera. E’ un buon vino da tutto pasto, al naso si presenta con netti sentori vinosi ed erbacei, in bocca è piacevolmente acidulo, moderatamente tannico e di media struttura.

Le ricette potete trovarele anche qui:
sul blog L'Antro dell'Alchimista 

giovedì 3 novembre 2011

LE PRINCIPESSE SUL ....?????

DA PICCOLI CI DIVERTIVAMO A FARLE DI TERRA....IN MOMENTI DI VERA GODURIA LE MANGIAVAMO CON I NOSTRI AMICHETTI. DOMANI 4 NOVEMBRE VE LE PROPONIAMO SU RADIO PUNTO ZERO ALLE 11.30. LAURA ED IO VI ASPETTIAMO....CON UNA NUOVA BONTA'...E UN PIZZICO DI MALIZIA, CHE ACCOMPAGNA IN MODO OTTIMALE ANCHE IL PIATTO PIU' SEMPLICE.
CHE LA CARTA E LA PENNA SIANO CON VOI...PER NON PERDERE NEMMENO UN INGREDIENTE.




GOLOSONI BUONA SERATA...



TERRY

venerdì 28 ottobre 2011

Cantucci

 Piatto Ecobioshopping Tovaglia Inthema

Oggi prepariamo un biscotto tipico toscano: i cantucci che sono tra i dolci più importanti della tradizione toscana. Nacquero molti anni fa  in una "dolceria" di Prato come genere di conforto per i commercianti che venivano negli opifici della zona per acquistare tessuti pregiati. I Cantucci sono dei “veri” biscotti poiché cotti due volte. Addirittura nel 1867 vinsero una menzione speciale all’Esposizione Universale di Parigi.  I dolci toscani, sono tanti e tutti buoni, sono dolci semplici, genuini, sobri, che profumano d’amore e ancora ad oggi raccontano dei momenti di aggregazione della vita familiare di un tempo e di sapori che non sono mai andati perduti, anzi, si sono tramandati con cura, fino ad arrivare ai nostri giorni, in cui finalmente si sta assistendo ad una riscoperta e rivalutazione di tutta quella tradizione culinaria del nostro passato e questo accade un po’ per tutta la cucina tradizionale regionale.

Cantucci

Ingredienti
250 g di farina 00
200 g di zucchero
100 g di mandorle dolci intere
3 uova medie + 1 tuorlo per spennellare
Mezza bustina di lievito
1 bustina di vanillina
Un cucchiaino scarso di buccia di arancia grattugiata
Un pizzico di sale
Latte (facoltativo)

Preparazione
Preriscaldare il forno a 180°. Impastare insieme tutti gli ingredienti, tranne le mandorle, sino ad ottenere un bel panetto morbido ed elastico. Aggiungere le mandorle, lavorando ancora qualche minuto per farle amalgamare bene all’impasto. Se il composto dovesse risultare troppo asciutto unite un cucchiaio di latte. Modellate 3 filoncini, disporli su una teglia foderata di carta forno ben imburrata, spennellarli con un tuorlo d’uovo leggermente sbattuto e infornarli per circa 20/25 minuti o sino a completa doratura. Estrarli dal forno, farli intiepidire e tagliarli trasversalmente allo spessore di 1 cm. Farli raffreddare, quindi ridisporli sulla teglia e farli biscottare in forno a 150° 5 minuti per lato. Prima di essere consumati devono riposare per qualche ora in luogo fresco e asciutto. Si conservano a lungo in una scatola di latta.

Abbinamento: Cantucci e Vin Santo si può  considerare  un abbinamento “della tradizione”, ma non sicuramente un abbinamento corretto. Il Vin Santo quello “vero” è un eccellente vino da meditazione che non necessita di biscotti. Mentre un buon cantuccio può essere gustato con un altrettanto buon nocino magari di produzione propria. Ma se proprio volere seguire l’abbinamento della tradizione e gustarli con un Vin Santo, questo non deve essere assolutamente dolce o liquoroso bensì dovrebbe essere un Vin Santo Secco del Chianti, non a caso  i Cantucci si chiamano anche Chiantigianini.
 
Le ricette potete trovarele anche qui:
sul blog L'Antro dell'Alchimista 

mercoledì 26 ottobre 2011

Siete astemi???? Questa è per voi...

Già...perchè certe prelibatezze le evitiamo...solo perchè certe altre cose non le possiamo bere....e senza di esse le prime certe...non sanno di buono :O)
Sicchè l'italiano è un 'opinione...ma le sue ricette no.....Lauretta venerdì vi proporrà dei biscottini...ma che dico biscottini....nuvole soffici...ma che dico nuvole soffici.....incantevole croccantezza che pure la vecchietta di fronte può sgranocchiare.
Sù Radio Punto Zero arrivano loroooooooooooo.....








alle 11.30 se Gatto Felix non si distrae :O) o altrimenti qualchè minutino dopo.


Vi aspettiamo....il 28 ottobre.



Golosoni , chi c'è c'è.....chi non c'è...significa che è a dieta.




Bacetto....



Terry

venerdì 21 ottobre 2011

Zuppa al Vino con Crostini alla Cannella


La ricetta di questa splendida zuppa è tratta dal libro La Cucina nelle Dolomiti di Anneliese Kompatscher. In questa ricetta protagonista indiscusso è proprio il vino. E per la buona riuscita di questo piatto più il vitigno è aromatico migliore sarà la zuppa. L'Alto Adige ci regala favolosi vini bianchi eleganti, intensi, profumati, ricchi di sentori aromatici.  I vini consigliati per questa zuppa sono appunto quelli altoatesini dai sentori aromatici più fruttati e di buona morbidezza: il Sauvignon, lo Chardonnay, il Muller-Thurgau, il Kerner della Valle Isarco per poi arrivare al Gewurtztraminer o al Moscato. E' comunque una questione di gusto personale. Io ritengo che più il vitigno d'origine sia aromatico, più caratteristico sarà il sapore della zuppa e migliore sarà il connubio con la cannella e la loro reciproca espressione in un tutto tondo di grande e avvolgente armonia.

Zuppa al Vino con Crostini alla Cannella
dal libro La Cucina nelle Dolomiti di Anneliese Kompatscher

Ingredienti per 4 persone
Mezzo litro di buon brodo
4 rossi d'uovo
2 bicchieri di panna liquida
Un panino raffermo (tipo Semmel) tagliato a dadini
Una noce di burro
Polvere di Cannella
2 bicchieri di vino bianco (semiaromatico o aromatico) altoatesino

Preparazione
Far soffriggere i dadini di pane nel burro e cospargerli di cannella. A fuoco lento (o a bagnomaria), versare nel brodo caldo i rossi d'uovo, la panna, il vino bianco e sbattere con un frustino finché la massa risulterà ben cremosa. Riempire le tazze di brodo, previamente riscaldate e cospargere ogni porzione di dadini di pane ed una presa di polvere di cannella.

In abbinamento: in questi casi, quando il vino è protagonista all’interno della ricetta, si prosegue anche a tavola con lo stesso vino scelto per la preparazione del piatto.

Le ricette potete trovarele anche qui:
sul blog L'Antro dell'Alchimista 

venerdì 14 ottobre 2011

Gigli alla Zucca con Bacon Croccante


Oggi un primo piatto “importante” con un ortaggio di stagione: la zucca. Un ortaggio versatile, che appartiene alla grande famiglia delle cucurbitacee,  usata non solo in cucina ma anche in cosmesi, in medicina e addirittura (nella varietà langenaria) come contenitore per il vino o come mestolo! Intorno alla zucca si può creare un pasto completo che va dall’antipasto al dolce. Di zucca ce ne sono tantissime varietà, quelle più diffuse in Italia sono: la mantovana, la lardaia,  la marina di Chioggia, la lunga di Napoli, e la zucca gigante, famosa per trasformarsi in lanterna ad Halloween.
Come scegliere una buona zucca? Deve essere ben matura e soda, il picciolo ben attaccato e la buccia senza ammaccature. Se l’acquistate invece a pezzi verificate che la parte tagliata al contatto con la pellicola non sia asciutta. La zucca intera si può conservare per tutto l’inverno in un ambiente fresco, buio e asciutto anche se la tradizione vuole che le zucche siano consumate entro carnevale. Una zucca a pezzi invece si conserva in frigorifero avvolta in pellicola per alcuni giorni. Se invece la volete congelare occorre levare la buccia, tagliarla a tocchi e sbollentarla. E per finire quante calorie ha la zucca? Circa 18 calorie per 100 g di prodotto ed è ricca di vitamina A, pertanto siamo in stagione approfittiamone!

Gigli alla Zucca con Bacon Croccante

Ingredienti per 4 persone
Una noce di burro
1 scalogno
300 g zucca pulita
Mezzo bicchiere di vino bianco
200 g di bacon (pancetta tesa)
350 g di pasta formato gigli o mafaldine o caserecce
Una manciata di scagliette di mandorle
Parmigiano grattugiato
Noce moscata

Preparazione
In un tegame fare sciogliere una noce di burro. Unirvi uno scalogno tagliato a velo e fate rosolare per qualche minuto. Unite 300 g di zucca tagliata a piccoli dadini, lasciate rosolare anch'essa per qualche minuto dopodiché sfumare con mezzo bicchiere di vino bianco. Coprire il tegame e portare a cottura la zucca, se si asciuga troppo aggiungete qualche cucchiaiata d’acqua calda, regolare di sale e una spolverata di noce moscata. In un'altra padella antiaderente mettere 200g di bacon tagliato a striscioline e fatelo diventare croccante. Cuocete la pasta, scolatela e saltatela nel tegame insieme alla zucca, aggiungete il rigatino, una manciata di scagliette di mandorle e servire. A piacere spolverate ogni piatto con parmigiano.

Abbinamento: qui predomina la tendenza dolce della zucca, la grassezza del bacon, per un piatto complessivo di spiccata  aromaticità. Il vino da abbinare deve essere un bianco sapido, fresco, morbido, di buona struttura e di buona persistenza gusto olfattiva come può essere un Colli Orientali del Friuli DOC Ribolla Gialla che è un particolarissimo vitigno autoctono friulano.
 
Le ricette potete trovarele anche qui:
sul blog L'Antro dell'Alchimista 

giovedì 13 ottobre 2011

da piccola ne avevo quasi paura...

...poi ho capito che dietro quella faccia si nascondeva una cosa buona buona.
Domani 14 ottobre ci travestiamo....si, ci va così....
Tra una padella e l'altra...un ingrediente e una caloria ci caleremo nei panni di cosa????
Indovinate, avanti sù!!!!!!!
Saremo colorate....a suon di "CROCK"
No foto...altrimenti v'aiuto e Laura mi cucchiarella sulle mani (ahi!!!!)
Alle 11.30 vi aspettiamo su Radio Punto Zero...preparate carta e penna e seguiteci nella sezione Belle in Pentola.

NB: Ve la ricordate "la Parigina"?????la ricetta della scorsa settimana. Beh è stata la mia cena di stasera....Successone!!!! Non Diamo mica ricette così noi ;O)


Buona serata Golosoni



Terry

venerdì 7 ottobre 2011

Trancetti al Limone


Oggi vogliamo parlare di merende? Le scuole sono iniziate e con loro il problema di cosa dare ai bimbi da portare a scuola durante  l’intervallo. Inutile dire che le merende fatte in casa sono le migliori anche dal punto di vista economico perché fanno risparmiare quei 1-2 euro al giorno che a fine anno, fatevi un po’ i conti,  sono una bella spesa! Ormai è risaputo che la merenda è un rompidigiuno tra un pasto e l’altro che non può che fare bene alla salute dei nostri bimbi. Inserendo infatti due piccole merende fra i pasti principali, si riesce a gestire meglio la qualità e la quantità di ciò che si mangia a pranzo e a cena. Quale merenda? Frutta in alcune scuole già la danno, verdura (per quei bimbi che la gradiscono) ma anche qualche cosa di preparato in casa che profuma di mamma e di cose semplici e buone. Certo tutto sta a sapersi organizzare. Per esempio i trancetti di oggi si possono preparare con anticipo quando si ha un attimo di tempo, surgelarli e scongelarli la mattina o all’occorrenza. Altrimenti li potete conservare in una scatola di latta per 4/5 giorni

Trancetti al Limone

Ingredienti x 12 trancetti
1 uovo medio
100 g zucchero
150 g farina per dolci
mezza bustina di lievito per dolci
80 g burro morbido
scorza e succo di un limone
20 g acqua

Preparazione
Preriscaldare il forno a 180°. Montare a neve ben ferma l’albume. Montare lo zucchero con il burro morbido sino ad ottenere un composto gonfio e spumoso. Unire la farina, il lievito, il tuorlo, l’acqua,  la scorza e il succo di limone. Unire infine l'albume facendo attenzione a non smontare il composto. Riempire per 3/4 degli stampini monoporzione da plum-cake. Infornare per circa 25 minuti (sino a leggera doratura).

Abbinamento: parlando di bimbi non possiamo che suggerire un bel bicchiere di latte se trattasi di colazione, una tazza di cioccolata se è l’ora della merenda pomeridiana, oppure un buon succo magari preparato in casa. Gli adulti golosi possono invece accompagnare questi trancetti con un buon tè al limone.

Le ricette le potete trovare anche qui:
sul blog L'Antro dell'Alchimista 

limone, limone delle mie brame, cchi è il più dolce del reame?

Una merenda a me una merenda a te!!!!!!
Senza litigare, tanto ce n'è per tutti.

E se pur dovessero finire che problema c'è?
Sono così semplici da fare (e da digerire) che uno tira l'altro , così come i loro ingredienti:
basta infatti aprire la credenza e tirarne fuori giusto uno, due , tre, 4....e.....


Curiosi vero????
La ricetta del 7 ottobre su Radio Punto Zero è questa qui:




 Cosa???? non riuscite a capire cos'è?!

Collegatevi alle 11.40. Io e Laura vi aspettiamo da tutto il mondo anche grazie al sito www.rpz.it.


Ciao Golosoni.


Terry

venerdì 30 settembre 2011

La Parigina


La "parigina" è un rustico tipico di Napoli, si trova nelle rosticcerie e nei bar, solitamente la si gusta la mattina o per merenda ma viene comunque sfornata a tutte le oredel giorno. Come noterete dalla ricetta e dalla foto trattasi di una sorta pizza racchiusa però in un voluttuoso guscio di pasta sfoglia, praticamente diventa un tripudio di golosità, una tra le cose più buone che esista al mondo. Credetemi! C’è chi la chiama parigina, chi francesina, chi mattonella, nella zona di Afragola, dove sembra sia stata inventata nel 1969 nella rosticceria Sant’Antonio, si chiama tramezzino. L’origine del nome rimane comunque misterioso.

Ci scrivono all'sms box, durante l'on air: il suo vero nome e' francesina ed e' stata inventata da una nonnina arrivata da parigi per lavorare in una rosticceria nel sud italia. Grazie Lello per la preziosa informazione!!!

La ricetta è tratta dal blog di Imma Dolci a Go gò!!!  Una carissima amica foodblogger di Napoli. Il suo è un blog a cui faccio riferimento spesso perché in sintonia con la mia cucina, pieno zeppo di ricette dolci e salate veramente tanto sfiziose che nella cucina dell'Antro hanno sempre avuto molto successo!

La Parigina
dal blog Dolci a Gogò!!!

Ingredienti per 4/5 tranci
500 g di pasta per pizza
1 rotolo rettangolare di pasta sfoglia fresca
350 g passata a pezzettoni condita con 3 cucchiaio di  olio extravergine d’oliva, 1 pizzico di sale, una puntina di zucchero e basilico
150 g di prosciutto cotto a fette
250 g di fiordilatte (o provola fresca)
Una manciata di parmigiano grattugiato
Pepe nero
1 uovo x spennellare

Preparazione
Stendere in una teglia rettangolare precedentemente coperta di carta forno l'impasto della pizza, ricoprire con il sugo di pomodoro, una spolverata di pepe nero, il prosciutto cotto, il fiordilatte (o provola) a fettine e una spolverata di grana.  Ricoprire con la pasta sfoglia, sigillare bene i bordi e bucherellarla. Spennellare con l'uovo battuto.  Infornare a 190° per circa 25 minuti.

Abbinamento: Un Gragnano della Penisola Sorrentina. Dal colore rosso rubino e dalla spuma esuberante. Al naso ha sentori vinosi, di viola e frutti di bosco. Al palato è sapido, di medio corpo, morbido, amabile e piacevolmente frizzante che sgrassa il palato. Un vino versatile che si abbina con molte pietanze caratteristiche della tradizione culinaria campana, e in speciale modo con i rustici napoletani, la pizza e il panuozzo.

Le ricette le potete trovare anche qui:
sul blog L'Antro dell'Alchimista 

giovedì 29 settembre 2011

La voie de la bouche...

Vi prendiamo per la gola...abbiamo sempre voglia di farvi assaggiare sapori semplici...e farmi innamorare di nuovi ingredienti, capaci di sfornare capolavori.
Sfornare....: prelevare dal forno:il forno  è proprio uno degli strumenti necessari per questa robina qui. Osservatela...
V'è già venuta voglia di sapere cos'è .
Fermi tutti. Bisogna attendere domani ,30settembre 2011"...11.40...Radio Punto Zero..."Belle in pentola"... con Terry & Laura.
Gentilmente asciugate le vostre bave (hihihihihih) contenetevi, suvvia.



venerdì 23 settembre 2011

Frittata di Zucchine al Porfumo di Menta

Ultimi scapoli d’estate e primi giorni d’autunno, ancora qualche pic-nic ci scappa e pic-nic significa anche panino con la frittata! E appunto in frittata mettiamo un’altra verdura ancora di stagione almeno sino alla fine di settembre: le zucchine.
Domanda da un milione di dollari: sapete riconoscere una buona zucchina? Nooo??? Allora leggette qui: una buona zucchina al tatto deve presentarsi soda, con la buccia ben tesa e lucida, senza ammaccature e deve presentare una leggera peluria. Le potete conservare in frigorifero per 4/5 giorni oppure potete lavarle, farle a tocchetti e surgelarle. Inutile che vi dica che il contenuto calorico delle zucchine è bassissimo ed essendo un ortaggio molto versatile si prestano a molte ricette salate ma anche dolci.
E altra domanda, sapete come fare una frittata soffice soffice? No? Allora ripetete con me: per ottenere una frittata soffice non dovete mai battere troppo le uova, il tuorlo e l’albume non devono diventare troppo omogenei. Se poi volete una frittata ancor più soffice non dovete fare altro che unire un albume montato a neve all’impasto.

Frittata di Zucchine al Profumo di Menta
 
Ingredienti per 4 persone
3 zucchine grandi
1 scalogno
4 uova
olio extravergine d’oliva
2 cucchiai di parmigiano grattugiato
sale, pepe q.b.
foglioline di menta tritata

Preparazione
In una padella far soffriggere, con un paio di cucchiai di olio extravergine d’oliva,  lo scalogno affettato sottilmente. Aggiungere poi le zucchine tagliate a rondelle e far rosolare per circa 15 minuti (eventualmente aggiungere qualche cucchiaiata di acqua calda). Regolare di sale e pepe. In una terrina battere leggermente le uova, aggiungere 2 cucchiai di parmigiano, un pizzico di sale e infine aggiungere la menta tritata. Versare il composto di uova sulle zucchine e far cuocere la frittata da ambo i lati finché non risulta bella dorata. Servire tiepida guarnita da foglioline di menta.

Abbinamento Un pignoletto dei colli bolognesi. E’ un vino di un bel colore giallo paglierino con riflessi verdolini. Al naso è delicatamente profumato di frutta a polpa bianca e tenui fiori bianchi. Al palato si presenta secco, armonico, fresco, di buona acidità e abbastanza persistente. Indicato per piatti delicati.

Le ricette le potete trovare anche sul blog
 

martedì 20 settembre 2011

Pronti...Partenza ....

...Viaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa.

Ci Risiamo...sempre la stessa storia!!!!
E che storia...una storia dolce, salata...invitante...da gustare a tappe...e tutti insieme.
Venerdì 23 settembre ricomincia  "Belle in Pentola": l'appuntamento culinario con le ricette di Laura.
Lei è buona....solare...come lo sono i suoi piatti. Sostiene che per essere brave cuoche (o cuochi...cari maschietti fatevi risentire) non servono mica ricette complicate.
Per grandi , piccini , esigenti e  pratici l'appuntamento è previsto ogni venerdì alle 11.40 su Radio Punto Zero. Io e Lauretta vi aspettiamo e sicchè vogliamo già incuriosirvi....ecco cosa vi aspetta:





Ciao golosoni.....

venerdì 29 luglio 2011

Torta Caprese al Limone e... Liquore al Cioccolato Bianco Profumato di Limone


In estate la Caprese al limone è un dolce più fresco rispetto alla classica Caprese al cioccolato. Come dice il nome la Torta Caprese è un dolce tipico dell’isola di Capri ma famoso anche in tutta la penisola sorrentina. E’ decisamente squisito e di facile preparazione. Non essendo previsto l’uso di farina è un dolce adatto anche per i celiaci.

Curiosità:  la scrittice sorrentina Cecilia Coppola racconta la storia della Torta Caprese nel suo libro: “Zeppole struffoli e chiffon rosso”. La leggenda racconta che il dolce sia nato negli anni '20 per un errore del cuoco Carmine Di Fiore che pare avesse dimenticato di mettere la farina in una torta di mandorle commissionata da tre malavitosi americani giunti a Capri per acquistare una partita di ghette per Al Capone. Questa torta, malgrado la dimenticanza, fu così buona che ebbe subito grande successo e divenne subito richiestissima.

Torta Caprese al Limone

Ingredienti
200 gr cioccolato bianco
200 gr burro
200 gr mandorle
150 gr zucchero
5 uova
buccia grattugiata di 2 limoni
Succo di 1 limone
Mezzo bicchiere di limoncello

Procedimento
Fondere a bagnomaria il cioccolato con il burro. Montare le uova con metà dello zucchero sino ad ottenere un composto molto gonfio e spumoso. Ridurre in polvere finissima le mandorle con l’altra metà dello zucchero.  In una terrina unire le mandorle e lo zucchero con la scorza dei 3 limoni grattugiata, il succo di un limone, il limoncello, il cioccolato fuso con il burro e amalgamare tutti gli ingredienti. In ultimo aggiungete molto delicatamente il composto di uova e zucchero facendo attenzione a non fare smontare il tutto. Versare il composto in una tortiera (meglio se a cerchio apribile) di 22 centimetri di diametro precedentemente imburrata e infarinata. Infornare a 170° per circa 45 minuti. Se dopo mezz’ora notate che la superficie della torta si sta colorando troppo copritela con un foglio di alluminio. Lasciare raffreddare il dolce, sformatelo e servitelo cosparso di zucchero a velo.

In Abbinamento: 
Liquore al Cioccolato Bianco Profumato al Limone

Ingredienti per 1 litro di liquore
500 g di latte fresco
200 g di zucchero
200 g di ottimo cioccolato bianco
130 g di alcol per liquori
Succo di un  limone spremuto

Preparazione
A fiamma bassissima sciogliere il cioccolato bianco con il latte. Aggiungere lo zucchero e fate cuocere per circa 10 minuti. Spegnere, levare dal fuoco e lasciare raffreddare completamente. Aggiungere poi l'alcool e il succo di limone. Si conserva in frigorifero. Servire fresco, magari in piccoli bicchierini di cioccolato fondente.

  
Le ricette le potete trovare anche sul blog


Terry & Laura vi augurano una splendida, meravigliosa, favolosa estate!!!!!

giovedì 28 luglio 2011

di limone vestita...di bianco addolcita.

Gran finale per questa stagione!!!!
Belle in pentola vi propone una ricetta golosa golosa per salutarci momentaneamente e augurarvi buone vacanze.

Cosa sarà mai?????

Vi invitiamo a seguirci venerdì 29luglio alle 11.40 su Radio Punto zero...ne ascolterete di buone.
perchè parlo al plurale????
Perchè le ricette sono due..perchè Lauretta le pensa proprio tutte.
Nooooooooooooi ci saremo voi????



www.rpz.it anche in streaming

venerdì 22 luglio 2011

Pollo con i Peperoni


I peperoni sono un ortaggio decisamente stagionale. Sapete come scegliere dei buoni peperoni quando li trovate sul banco del mercato o del supermarket? Al momento dell’acquisto il picciolo deve essere ben attaccato al peperone che al tatto dovrà essere lucido, solido, con la pelle ben tesa e senza ammaccature. 

Curiosità: il peperone ha la fama di essere indigesto. Queste sostanze indigeste sono però contenute solo nella buccia ecco perché si consiglia, a chi ha difficoltà a digerirli, di arrostire o fiammeggiare i peperoni e poi spellarli. Il peperone è povero di calorie essendo costituito al 90% di acqua ed è ricchissimo di vitamina A e C. Di peperoni ne conosciamo oltre 50 varietà: dolci, piccanti, lunghi tondi, quadrati e così via. C’è pertanto da sbizzarrirsi nella scelta del peperone più adatto a seconda della preparazione. Il pollo con i peperoni è una ricetta classica del ferragosto romano.

Pollo con i Peperoni

Ingredienti per 4/5 persone
N.1 pollo a pezzi
4 peperoni colorati (rosso, giallo, verde)
1 cipolla
500 gr passata di pomodoro
un bicchiere di vino bianco
Olio extravergine di oliva
sale, zucchero e pepe q.b.

Preparazione
Fiammeggiare il pollo, farlo a pezzi, lavare e asciugare. In una padella soffriggere 2 cucchiai di olio extravergine d'oliva, 1 cipolla tagliata a velo. Aggiungere il pollo a pezzi salato e dorarlo rigirandolo spesso. Spruzzare con il vino bianco e far evaporare. Intanto preparare un altro soffritto in un'altra padella e aggiungere  i peperoni tagliati a cubotti. Aggiungere la passata  di pomodoro regolare di sale, pepe  e un pizzico di zucchero. Lasciare cuocere per una decina di minuti. Aggiungere infine  il pollo con il suo sughetto e cuocere per altri 20/30 minuti. A fine cottura è possibile aggiungere qualche foglia di basilico.

Abbinamento: Merlot Maremma Toscana I.G.T di colore rubino, al naso si presenta con un bouquet di frutti a bacca rossa, di fiori dove spicca la violetta, e l’iris e con note balsamiche e leggermente speziate dolci. Al palato è secco, fresco, sapido, moderatamente tannico e alcolico. Buona la persistenza aromatica dove ritorna il sentore delicato fruttato e floreale che bene si sposa con l'aroma del peperone.

Le ricette le potete trovare anche sul blog
L'Antro dell'Alchimista 

giovedì 21 luglio 2011

venerdì 22 luglio:petto o coscia??????



è buono, colorato, veloce, dal gusto tipico che mette d'accordo tutti!!!!!!!!!!!!!!!!!



Come lo prepariamo?????


Come lo serviamo?


Dove lo portiamo.


Non esistono scuse...dunque sintonizzatevi venerdì alle 11.40 ...perchè Laura ce lo descrive e insegna Su Radio Punto Zero .

Io già sono li...aspetto voi....Cantate che vi passa...e mentre cantate...cucinate :O)


Un abbraccio...golosoniiiiiiiiiiiiiiii



Terry

venerdì 15 luglio 2011

Insalata Fredda di Farro


Il farro è un cereale molto antico ed è stato l’alimento base nella dieta degli antichi romani. Era considerato un bene prezioso, merce di scambio, e propiziatorio nei riti del matrimonio e nelle cerimonie agli dei. Il successo del farro, in epoca antica, è dovuto al fatto di poter crescere anche in terreni poverissimi e di essere assai resistente al freddo. Con l’utilizzo di altri nuovi cereali, nel medioevo la sua coltivazione è stata abbandonata per essere riscoperta e rivalutata solo di recente soprattutto per le sue proprietà nutrizionali. Povero di grassi ma ricco di fibre, vitamine e sali minerali, non necessita di tempi lunghi di cottura e di ammollo preventivo. Il suo punto di forza è quello di saziare senza ingrassare perché in cottura assorbe una notevole quantità d’acqua,  non a caso tra i cereali è il meno calorico (100 g di farro equivalgono a circa 300 calorie). È consigliabile scegliere sempre il farro decorticato e non quello perlato, poiché l'operazione di perlatura elimina gran parte delle fibre.

Insalata Fredda di Farro

Ingredienti per 4 Persone
300 gr di farro
Una manciata di olive nere piccole, tipo Gaeta
Una manciata di capperi
10 pomodorini pachino
1 costola di sedano
1 fior di latte
3 filetti d’acciuga
Basilico
Mezzo bicchiere di buon olio extravergine d’oliva
Succo di 1 limone
Sale

Preparazione
Cuocere il farro per circa 45 minuti in 2 litri d’acqua. Una volta cotto, scolarlo, sciacquarlo bene sotto il getto d’acqua fredda e metterlo a raffreddare in una capiente insalatiera. In una ciotola fare un emulsione con olio extravergine d’oliva, succo di limone e sale.Tritare grossolanemente i capperi e i filetti d’acciuga, tagliare in 4 parti i pomodorini pachino, ridurre  la mozzarella a tocchetti e il sedano a listarelle sottili. Aggiungere questi ingredienti e le olive al farro. Condire con l’emulsione di olio, sale e limone. Aggiungere qualche foglia di basilico e tenere in frigorifero un paio d’ore prima di servire.

Abbinamento: un vino bianco fresco, dai sentori delicati di frutta, dal sapore asciutto e armonico con un finale gradevolmente ammandorlato come un Verdicchio di Jesi


Le ricette le potete trovare anche sul blog
L'Antro dell'Alchimista 

Cosa bolle in pentola?


Appuntamento estivo con Belle in pentola ogni venerdì alle 11.40!

domenica 3 luglio 2011

Panna Cotta al Profumo di Caffè


La panna cotta è uno dei dolci al cucchiaio più conosciuti e gettonati, forse perché di preparazione decisamente semplice e dal sapore delicatissimo e avvolgentemente morbido. Le origini della panna cotta sono piemontesi, tant’è che la regione piemonte ha identificato questo dolce al cucchiaio come prodotto agroalimentare tradizionale. La leggenda racconta che questo dolce è stato creato nelle langhe ai primi del novecento da una signora ungherese ma di più non sappiamo!

Panna Cotta al Profumo di Caffè
 
Ingredienti per 6 porzioni
500 ml di panna fresca per dolci
100 ml di latte intero
150 g di zucchero
1 bustina di vanillina
1 cucchiaino di caffè solubile
8 gr di gelatina (in fogli)

Preparazione
Ammorbidire per 10 minuti i fogli di gelatina in acqua fredda. In una pentola mettere la panna, il latte, lo zucchero, la vanillina, il caffè e scaldare mescolando bene. Quando il composto inizia a fremere (attenzione NON deve bollire) spegneree levare la pentola dal fuoco. Aggiungere la gelatina ben strizzata e mescolare bene. Versare il tutto in uno stampo mettere in frigorifero per 5 ore. Al momento di servire immergere lo stampo per qualche secondo in acqua cala e sformare su un piatto da portata. Guarnire a piacere con chicchi di caffè ricoperti di cioccolato, oppure potete fare un topping con una salsa al cioccolato bianco e della granella di nocciole, o semplicemente una spolverata di caffè e della panna montata (che non si rifiuta mai!) insomma fate lavorare la fantasia

Abbinamento: vi ricordo che le portate dolci si abbinano per concordanza. Qui andrei su un liquore di buon corpo che tutti conosciamo e i più fortunati riescono pure a prepararlo in casa: il nocino, il cui aroma intenso di noce ben si sposa con l’aroma di caffè e l’alcolicità del liquore contribuisce a pulire la bocca dalla grassezza della panna.



Le ricette le potete trovare anche sul blog
L'Antro dell'Alchimista 
o sulla Pagina di Facebook dell'Antro
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